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Spalletti: “Icardi non dall’inizio. Apprezzo le parole di Sabatini e Antonello. Serve più orgoglio”

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23 Febbraio 2018 15:54 Di salvatore
9'

Milan, Napoli e Sampdoria: questi i prossimi, temibili avversari dell’Inter in campionato. Ma il presente è il Benevento, che domani sera si presenterà al Meazza per sfruttare il momento delicato dell’Inter e la propria speranza di salvarsi. Di questo e altro parla Luciano Spalletti oggi in conferenza stampa al Suning Training Centre. FcInterNews.it è presente sul posto con il proprio inviato e riporta le parole dell’allenatore.

Icardi è convocato, potrà giocare dal 1′? Può contare qualcosa anche il clima?
“Il clima non conta molto. E’ il suo che diventa fondamentale… Ci sono delle ore a disposizione, le vogliamo usare ma caricarlo di 90′ o di un inizio di partita dove non si sa dove andremo a finire è un rischio che è meglio non correre. Faremo le analisi con i medici e valuteremo”.

Le hanno fatto piacere le dichiarazioni di ieri di Sabatini e Antonello?
“Mi hanno fatto estremamente piacere non per i giudizi su di me, ma per il modo di affrontare il discorso su una base di stabilità e conoscenza approfondirà, nonché di volontà di creare un percorso. Questo è fondamentale. L’ad ha detto cose interessanti che hanno fatto piacere a tutti, ma il discorso è sempre quello di prendere una strada e mantenerla, senza farsi turbare dal risultato di una partita”.

Come sta Rafinha? Domani può debuttare?
“Anche questa settimana abbiamo dovuto alternare l’impiego e le tempistiche di allenamento. Ha avuto un po’ di affaticamento muscolare, va valutata bene la questione. Oggi si è allenato, anche se è stato un allenamento di una durata ridotta perché siamo alla vigilia della partita, per cui non abbiamo una risposta totale. Però c’è e per quel che sarà la possibilità vogliamo usarlo, può darci una mano importante”.

Non giocando le Coppe, ti aspettavi qualcosa in più dal punto di vista fisico?
“Chi gioca in Coppa spesso li cambia per cui non cambia molto a livello di partite accumulate. Le difficoltà attuali non hanno il nome di alcun componente della squadra. Siamo calati nel pensiero di essere forti e di poter vincere contro chiunque. Abbiamo passato un buon periodo e poi uno bruttissimo. Le cose sono andate in maniera simile perché siamo stati noi a determinarli. E siamo noi a dover affrontare le difficoltà, se lo faremo di squadra sarà più piccola. Dobbiamo credere nella nostra forza. Mi disturba e ci disturba un po’ la rinuncia, il fatto di non lottare fino in fondo. Ogni tanto vedi in allenamento lo scoramento dopo un pallone calciato male, perdi tre secondi per dispiacerti di una cosa ormai andata. Quei secondi vanno usati per quella successiva. Però poi contano la professionalità, il modo di ragionare, di comportarsi, le idee che abbiamo. E anche questa settimana vedo sempre metterci qualcosa di più, la ricerca di soluzioni nuove e di prendersi le responsabilità. Si fa più fatica perché il vento ora ce l’abbiamo davanti e non alle spalle. Sulla professionalità del gruppo la penso sempre allo stesso modo, sono convinto che il gruppo renderà la vita dura a tutti”.

Si aspetta qualcosa in più dai giocatori di personalità di questa squadra?
“Non è che me lo aspetto, lo faranno vedere che hanno le doti per essere definiti i leader di questo gruppo e queste qualità ci daranno i risultati. Potrà bastare o meno perché dipende anche dagli altri. Le avversarie di questo nostro periodo hanno valore assoluto importante, quel che non va bene è il periodo di cattivi risultati, che non deve assolutamente continuare. Sarà così, perché anche stamane li ho visti lavorare nella maniera corretta. I segnali sono che si va a scavare sempre più in profondità per avere la reazione che ci vuole”.

L’Inter è una delle squadre che fa più chilometri. Ma allora il problema qual è? E’ una questione di voglia?
“Bisogna vedere come si corre, non tanto il volume complessivo. Contano le ‘vampate’, le corse feroci. Quelle sopra un certo numero di velocità. Quello fa la differenza. Se arrivi e sei in ritardo puoi dire che all’appuntamento sei andato, ma non trovi nulla. Sotto l’aspetto della brillantezza e della puntualità, in qualche situazione non siamo stati così bravi, ma viene sempre peggiorata da un punto di vista psicologico. La difficoltà maggiore è superare l’idea che le cose andranno in una certa maniera. Ce lo abbiamo un po’ addosso questo fatto e sembra quasi vada accettato. Non è assolutamente vero e vi faremo vedere che è un altro l’ambiente ed è un altro il sistema da usare”.

Nei primi mesi c’era grande entusiasmo, ora è calato. Perché i tifosi devono crederci ancora?
“Da qui in avanti è chiaro che la gente vuole metterci le mani in tasca e vedere come sei fatto veramente. Siamo noi a dover reagire e levarci le mani dalle tasche, se qualcuno ce le mette. Per quello che ci stanno dicendo è poca la reazione, ci vuole più orgoglio. Direzioniamo i pensieri che ci riguardano nella voglia di far vedere chi siamo, sennò hanno ragione loro. Dobbiamo far cambiare loro idea”.

Le parole di Sabatini sulla ‘sintesi’ a cosa si riferivano secondo lei?
“Quello che abbiamo detto finora, il fatto di essere determinati a far cambiare i giudizi. Si sono spese davvero tante parole, le favole vanno bene fino a un certo punto. Bisogna fare punti. E da qui in avanti i nostri avversari potranno avere il nome che gli pare, ma l’obiettivo è sempre vincere le partite. E quello è un discorso di sintesi”.

Per Miranda vale lo stesso discorso di Icardi?
“Difficile, anche se sta molto bene. Lo valuterò bene domani. Quello che diventa fondamentale è che Icardi, Miranda, Borja Valero, Rafinha erano tutti là che volevano stare con la squadra. Questa è la cosa più importante, la voglia di fare tutto senza ricercare le cose parziali”.

Come sono state recepite le dichiarazioni sul futuro di Icardi da parte di Sabatini e dell’agente del giocatore?
“Ciò che ha espresso l’amministratore delegato è espressione di tutta la società e quindi anche il mio. Anche nello spogliatoio conta quel che ha detto colui che ha l’incarico più importante in società”.

Ha ravvisato dei segnali positivi diversi rispetto alle altre settimane?
“Intanto domani siamo tutti. Un segnale forte, come ho detto, è che chi ha dei dubbi ci si butta dentro a capofitto nella situazione e dice di volerci essere. Abbiamo tre o quattro situazioni”.

FcIN – Nell’idea della sintesi c’è anche quella di non cercare soluzioni tattiche differenti rispetto a quelle per voi più naturali?
“Dopo aver fatto dei ragionamenti siamo estremamente convinti che questo sia il nostro prendere le qualità migliori di tutti i nostri calciatori. Poi è chiaro che bisogna essere pronti a fare qualcosa di diverso ed essere pronti all’alternativa. Se non arrivi più col terzino a fare la scalatura in verticale e sei sempre in ritardo, allora devi levare qualche complicazione tattica alla squadra dipesa dalla difficoltà del giocatore. Domani, ad esempio, loro costruiscono a quattro e poi a tre. La squadra deve essere pronta a fare qualcosa di differente. Però la tattica di squadra rimane tra il 4-2-3-1 e il 4-3-3, che poi il centrale sottopunta possa essere una seconda punta o un centrocampista, questo modifica lo scorrimento dell’azione, ma i numeri risultano gli stessi”.

Come è andata la settimana di Brozovic?
“Brozovic ha fatto in queste due settimane con la codina più bassa, gli dispiaceva quanto successo ma ha fatto ciò che doveva fare. E’ giusto dispiacersi per un comportamento che non è andato benissimo, ma poi si è allenato benissimo. Era già chiusa là”.

Come ha visto il percorso di Steven Zhang in questa stagione?
“Steven ha le qualità del presidente perfetto, perché ti fa sentire enorme fiducia. E’ una persona corretta, gentile. Dà la possibilità a tutti di potersi esprimere attraverso le loro qualità. Sceglie le persone, è chiaro che gli deve dare la possibilità di potersi esprimere nel ruolo assegnato. Io mi sento a mio agio in questo ruolo, poi noi in società abbiamo persone che hanno totale competenza della posizione che hanno. Lui ha delle imposizioni di famiglia di doversi confrontare con un mercato mondiale. Ha studiato, sa le lingue, sa comportarsi. E’ un presidente. Ha un’età diversa dalla mia. Mi son permesso anche troppo chiamandolo così, ma ha assolutamente competenza per l’età che ha e si fida di noi. Siamo noi a dover esibire la qualità che ci ha assegnato in quelle che sono le nostre posizioni. Qui ci sono tutte le caratteristiche, è tutto coperto nella maniera corretta e regolare per poter fare un buon campionato. Stiamo attraversando un periodo devastante, bruttissimo, ma non siamo con la depressione addosso che ti uccide e non ti fa reagire. Non abbiamo questa malattia qui. Complessivamente: brutto questo periodo, troppo bello il primo, ma per quel che riguarda l’obiettivo che vogliamo raggiungere è sempre alla portata. Intatto. Molto vicino. Ce l’abbiamo sempre in mano, dipende da noi. Non se il presidente ha incontri in giro per il mondo. E’ tutto a posto, ci sono le persone per assolvere ai compiti che ci hanno messo a disposizione”.

fonte: http://www.fcinternews.it/in-primo-piano/spalletti-icardi-non-dall-inizio-apprezzo-le-parole-di-sabatini-e-antonello-serve-piu-orgoglio-270402