Processo Juve – ‘Ndrangheta, sentenza prima di Cardiff: ecco cosa rischiano i bianconeri
Se la Juventus di Allegri è tutta concentrata alla finale di Cardiff, nella testa di Agnelli c’è altro, a parte la Champions. Il presidente, infatti, è alle prese con il processo per il bagarinaggio ed è stato, nei giorni scorsi, ascoltato in Antimafia.
Se la sentenza è per la colpevolezza cosa rischia la Juve?

LE DICHIARAZIONI DI AGNELLI– “Se ho incontrato Dominello (figlio del boss della n-drangheta ndr) può essere stato nell’ambito di un consesso di tifosi ed è pacifico che se non solo io ma tutti i miei dipendenti avessero saputo quello che oggi è emerso, mai avremmo avuto rapporti con lui. Mai subito minacce da ultrà e mai pensato a Dominello come “operativo”. Dominello non è stato scelto da noi ma dalla curva. Il nome del Dominello a Torino non richiama certe attenzioni, di Google non mi fido, se metto il mio nome trovo una valanga di falsità. Siamo qui per cercare di migliorare il domani. Compito nostro è guardare a domani con l’esperienza di ieri, bisogna evitare di commettere gli stessi errori per il futuro. Il bagarinaggio nel nostro Paese non è reato, dopo quanto successo dobbiamo interrogarci se questo sia giusto”.
IL GIORNO DELL’UDIENZA- Secondo il portale Ilbianconero.com il giorno stabilito è venerdì, ma intanto è stato nominato il collegio che difenderà i 4 dirigenti che sono stati deferiti: il presidente Andrea Agnelli, il responsabile della biglietteria Stefano Merulla, il security manager Alessandro D’Angelo e l’ex capo marketing Francesco Calvo. (Nessuno di questi è iscritto nel registro penale degli indagati). La Juve non chiederà nessun rinvio e la sentenza potrebbe arrivare già lunedì prossimo.
COSA RISCHIA LA JUVE- La Vecchia Signora non incorrerebbe in nessuna penalità, potrebbe rischiare solo una multa molto salata. I dirigenti invece potrebbero essere inibiti per alcuni mesi.