L’eroe del triplete via per colpa di Branca: “Non voleva che io…”
Un eroe del triplete nerazzurro del 2010 ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport in cui si è messo a nudo e ha rivelato il perché della sua cessione.

MADRID, SPAIN – MAY 22: Javier Zanetti of Inter Milan lifts the UEFA Champions League trophy following their team’s victory at the end of the UEFA Champions League Final match between FC Bayern Muenchen and Inter Milan at the Estadio Santiago Bernabeu on May 22, 2010 in Madrid, Spain. (Photo by Shaun Botterill/Getty Images) *** Local Caption *** Javier Zanetti
Thiago Motta, centrocampista dell’Inter di José Mourinho, in una lunga intervista rilasciata al giornale sportivo è tornato a parlare del suo periodo nerazzurro. Il centrocampista prima ha detto che il rapporto col tecnico portoghese: “Era speciale, come dicono tutti. E’ uno che in campo non era molto attento a tante cose tattiche, le lasciava un po’ più ai giocatori. Anche perché in quell’Inter c’erano giocatori esperti e intelligenti, veri leader. Era speciale anche nelle reazioni: magari perdeva una partita e il giorno dopo non salutava nessuno, neanche buongiorno. Però quando vincevamo era il più contento di tutti, anche dei calciatori“.
Thiago Motta ha poi sottolineato di provare una grande ammirazione per un giocatore in particolare: “Ammiravo tantissimo Walter Samuel, un tipo fantastico. Era timido, non parlava moltissimo, però aveva un carattere straordinario, sempre positivo, sempre capace di aiutare“.
Il centrocampista italo-brasiliano, senza peli sulla lingua, ha infine svelato il perché del suo addio all’Inter avvenuto nel gennaio 2012 in direzione Parigi: “All’Inter mi trovavo bene. La verità è che c’erano persone nel club che non erano d’accordo con me. Faccio un esempio per essere più chiaro: Marco Branca, che allora era il direttore sportivo insieme a Lele Oriali, non era d’accordo che io fossi nell’Inter in quel momento… Sentivo che non avevo più la fiducia di prima. Allora quando ho avuto la possibilità di andare al Paris Saint-Germain mi sono detto: ‘Vado in un posto dove c’è un futuro per me o rimango qua a lottare e a cambiare quello che sta succedendo?’. Però la vedevo molto difficile. Allora sono andato a parlare con il presidente. Massimo Moratti è sempre stato un gentiluomo, mi ha ascoltato, mi ha detto quello che pensava e poi siamo arrivati ad un accordo“.