Gabigol, due grossi problemi: il primo di natura tattica, il secondo…

Se ne parla ovunque, dei ventinove milioni di euro spesi dall’Inter per Gabigol e della manciata di minuti in cui è stato impiegato. L’adattamento al calcio italiano era stato messo in preventivo come passaggio fisiologico e il ragazzo sta lavorando sodo in allenamento. Qualcuno lo descrive come introverso, poco dedito alle uscite serali con i compagni di squadra se non in compagnia di Felipe Melo e Joao Mario. Per il resto passa le sue serate in casa con le persone che lo hanno seguito dal Brasile: la famiglia, il portavoce personale e il fisioterapista.

Inoltre il modulo adottato da de Boer prima e da Pioli poi non è certo il preferito di Gabigol, che di ruolo è principalmente una seconda punta. Gli esterni dell’Inter devono fare anche la fase difensiva e questo non è certo nelle corde del brasiliano, che nelle gerarchie è anche dietro a Jovetic e Palacio. Per caratteristiche fisiche non potrebbe nemmeno giocare da punta, come ricambio principale di capitan Mauro Icardi.

Sedici minuti in campo contro il Bologna, per il resto soltanto panchina e tribuna. Scelto dall’Inter dopo l’abbandono della pista Gabriel Jesus finito al Manchester City, ha vissuto un’estate pienissima di impegni tra Copa America e Olimpiade. La società e l’allenatore credono fermamente in lui e non vogliono ripetere gli errori commessi con Coutinho.