Var addio, ecco il trucco per tornare agli “aiutini”. La Juventus ringrazia
Ci eravamo illusi che l’introduzione della tecnologia in campo avesse portato un po’ più di giustizia nel calcio italiano. Per qualche giornata è anche successo, ma adesso è in atto una vistosa restaurazione della soggettività del giudizio arbitrale, che molto spesso si traduce nella cara, vecchia sudditanza psicologica nei confronti delle big.
Ieri sera (Cagliari-Juventus) è sembrato di assistere ad una di quelle belle partite d’altri tempi, in cui i bianconeri si erano abituati a dominare per manifesta superiorità, e ricevere puntualmente qualche spintarella nei match più complicati.
Dopo sei mesi di polemiche e picconate continue alla tecnologia (provenienti quasi tutte dalla stessa parte, per nulla disinteressata), sono riusciti a neutralizzare l’effetto democratico della Var. A furia di parlare di “partite troppo spezzettate” e “questo non è calcio”, hanno ottenuto quello che volevano: la moviola viene utilizzata sempre meno. E c’è più spazio di interpretazione (e di manovra).
Il trucchetto per tornare a fare i propri comodi, si chiama silent check: trincerarsi dietro al controllo già fatto dagli assistenti, per non rivedere l’episodio. E non essere costretti ad ammettere l’errore. È quello che è successo a Cagliari, ma pure a Crotone. Se Calvarese o Mariani avessero scelto di andare alla Var, di fronte alle immagini inequivocabili dei due falli avrebbero avuto le mani legate. Così, invece, è tutto più semplice.