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Conte, l’erede del Trap?

Editoriale
17 Maggio 2017 13:22 Di salvatore
3'

La voce impazza, Conte è il sogno numero uno dell’Inter. Difficile, sì. Ma non impossibile. Le vie del calciomercato sono infinite, proprio come le voglie della nuova proprietà interista che ha tutta l’aria e l’intenzione di voler trionfare presto. E chi meglio di Andonio da Lecce per dare una sferzata all’animo del Biscione che è in profonda depressione? Suning è pronto a fare follie: 12 milioni più bonus e premi all’ex CT dell’Italia. C’è chi sussurra che la famiglia del tecnico del momento sia in procinto di trasferirsi a Milano nonostante le dichiarazioni del neo campione della Premier che ha espresso il desiderio di restare al Chelsea ancora per tanti anni. L’Inter, però, non demorde: sa che deve dare un segnale forte all’ambiente in crisi emozionale. “Perché prendere proprio lui che è juventino?”.

I social sono anche questo, ragazzini che ignorano la storia, oppure tifosi del momento. Chi commenta non deve mica esibire documenti e curriculum? Conte ricorda proprio Trapattoni, un grande ex bianconero che all’Inter vinse uno scudetto nell’anno del Signore 1989. Conte e Giuan, Antonio e Trapattoni. Quante similitudini possibili tra numeri e tattica. L’attenzione maniacale ai dettagli, l’adrenalina che trasmette ai calciatori, la concentrazione settimanale, la forza d’urto, la vivacità e la solidità anche offensiva. L’Inter di oggi è molto diversa da quella allenata dal Trap che era l’Inter dei record in grado di surclassare il Napoli di Maradona ed il Milan degli olandesi. Era l’Inter di Matthäus, Brehme, Berti, Bianchi e Díaz che arrivarono per ribaltare la scena in una Serie A aggrappata al duello tra partenopei e rossoneri.

« Questa Inter ci fa sembrare tutti quanti ridicoli. In realtà loro corrono troppo forte: noi andiamo normalmente». Lo disse Beppe Dossena, centrocampista della Sampdoria, in un dopopartita. Trapattoni, come Conte fece con una Juve in cerca di riscatto, tirò fuori da tutti i calciatori l’orgoglio e la voglia di dimostrare a tutti il valore di una storia gloriosa. E così, dopo 9 anni, arrivò un altro tricolore. Serena capocannoniere con 22 gol e 58 punti, record assoluto del campionato italiano quando la vittoria valeva 2 punti e con 18 squadre in competizione. Giuan e Antonio, Conte e Trapattoni. I tifosi interisti, quelli intelligenti, sognano. E lo stesso Mourinho, di recente, è stato chiaro: “Tutti dopo di me sono i migliori allenatori per l’Inter. Io voglio che gli interisti siano felici. Se arriverà Antonio sarà lui quello migliore per l’Inter. Siamo uguali? No, lui ha i capelli neri, io bianchi. Se arriva lui, Conte sarà anche il mio allenatore”. Più chiaro di così… I tifosi sognano, ma come dice Trapattoni, non si può dire Conte… scusate, gatto, se non ce l’hai nel sacco.